È un Phil Collins dolorante e costretto su una sedia quello che ha calcato per l’ultima volta un palcoscenico lo scorso 26 marzo insieme ai Genesis alla 02 Arena di Londra.
(Phil Collins durante il concerto - Credit: La Presse)
Come si conclude la carriera musicale di un titano della musica mondiale? Come si dice addio alle scene dopo una carriera lunga oltre cinque decenni?
Phil Collins ha scelto l’ironia e queste parole:«Signore e signori, grazie di essere venuti qui stasera. Noi siamo i Genesis e siamo qui per intrattenervi. Questa è l’ultima data del nostro tour, e a dire il vero, dopo 53 anni anche l’ultimo concerto dei Genesis. Ok suoniamo qualcosa prima che mi vengano gli occhi lucidi».
Questo l’esordio dell’ultimo concerto dal vivo alla 02 Arena di Londra, al termine del tour dei Genesis che è stato rimandato per il Covid-19 (i concerti di Londra si sarebbero dovuti tenere nell’ottobre 2021 ndr) e che sabato 26 marzo 2022 ha visto l’ultima apparizione pubblica di Collins e - probabilmente - anche dei Genesis. Con Collins sul palco anche Tony Banks e Mike Rutherford.
Phil Collins, che lo scorso 30 gennaio ha compiuto 71 anni, non riesce più a suonare. La sua schiena non lo permette più. Sarebbe stato proprio il suo modo di suonare alla batteria a causare lo schiacciamento di una vertebra. L’artista si è anche sottoposto ad un intervento chirurgico che purtroppo non ha prodotto i benefici sperati. Lo ammette lo stesso Collins: :«Sto male, non riesco più a suonare».
Un peggioramento delle condizioni di salute che forse non era previsto. I fan avranno notato che il tour della band inglese, insieme dopo 14 anni di assenza, era stato chiamato “The last domino?”, con un sibillino punto interrogativo.
(La schermata del sito ufficiale dei Genesis con le date del tour inglese. È possibile vedere le date rinviate per l’emergenza sanitaria Covid-19)
Pare impossibile, ma in un’intervista rilasciata alla BBC, al termine di una carriera di altissimo livello ha parlato anche della frustrazione per non essere riuscito a esibirsi insieme a suo figlio Nicholas.
Finisce così una carriera straordinaria. Prima da batterista dei Genesis per poi (a sentir lui, suo malgrado) cantante della stessa band dopo l’addio di Peter Gabriel nel 1975. Poi solista con canzoni entrate nella storia della musica pop.
I numeri della sua carriera, iniziata nel 1969 e terminata nel 2022, sono impressionanti:
- 13 album pubblicati (8 in studio, 2 live e 3 raccolte)
- 1 premio Oscar nel 2000 con “You’ll be in my heart”, colonna sonora del film di animazione della Disney “Tarzan”
- 8 Grammy Awards
- 2 Golden Globe
- 5 BRIT Awards
- 1 Disney Legends
- 150 milioni di copie vendute nel mondo (33,5 solo negli USA)
Tra le canzoni di successo di una carriera, che non ha sempre trovato il favore della critica, troviamo hits del calibro di “In The Air Tonight”, “Against All Odds (Take a Look at Me Now)” e “One More Night”.
Infinita la lista delle collaborazioni che vedono tra gli altri nomi come i Led Zeppelin, Eric Clapton, Bob Geldof e molti altri.
Non ha rinunciato alla sua proverbiale ironia anche nella sua ultima apparizione live, rivolgendosi al pubblico e dicendo che ora sarà costretto a cercarsi “un vero lavoro”.
Restano alcuni interrogativi: I Genesis continueranno anche senza Phil Collins? Phil Collins pubblicherà qualche lavoro inedito?
Difficile rispondere. Rimaniamo in attesa, ringraziando un artista che si ferma perché è stato richiamato dal suo corpo a essere un “semplice” uomo.
Emmanuele Macaluso