domenica 29 settembre 2024

RECENSIONE: FERRAROTTI DUEBIS 120

Per la prima recensione di uno strumento musicale abbiamo provato la chitarra con cui Ferrarotti Chitarre festeggia i 120 anni dalla fondazione.

(La Ferrarotti Duebis 120 provata - Copyright Opificio della Musica / Collezione Macaluso 2024)

Per la prima recensione di uno strumento musicale, Opificio della Musica testa la chitarra con cui la più antica fabbrica di chitarre artigianali in Italia festeggia i 120 anni dalla fondazione.

La chitarra avrebbe dovuto vedere la luce nel 2023 (anno dell’anniversario), ma l’improvviso peggioramento di salute di Luigi Ferrarotti (terza generazione in azienda) ha indotto suo figlio Roberto ad attendere, come egli stesso ha scritto sulla pagina Fecebook ufficiale di Ferrarotti nel post di presentazione della chitarra al centro di questo articolo.

Il 6 maggio 2024 viene quindi presentata la Ferrarotti Duebis 120, chitarra classica in serie limitata di soli 20 esemplari. La scelta del modello non vede un prodotto al vertice della gamma, ma la Duebis, la “storica” chitarra dedicata agli adulti che iniziano a studiare lo strumento. Uno dei modelli più popolari che ben rappresenta la storia dell’azienda e il grande senso di vicinanza tra questa e il suo pubblico.

(La targhetta incisa al laser per questa edizione limitata - Copyright Ferrarotti Chitarre 2024)

Lo strumento:

La Duebis è una chitarra classica da studio. Il fondo è a fasce multistrato di pioppo piemontese con tavola armonica in multistrato di tabu espressamente realizzato su progetto Ferrarotti. Il manico è in faggio e la tastiera è in palissandro indiano. La larghezza al capotasto è di 53 millimetri.

Rispetto alla Duebis convenzionale, il colore della “120° anniversario” si distingue per una colorazione della cassa armonica più chiara.

La chitarra è corredata di un cartellino in legno inciso al laser con la dicitura: “Chitarra Ferrarotti, modello Duebis 120,  Edizione limitata, Torino, Maggio 2024”.

 

La prova:

Lo strumento non è un top di gamma, ma fin dalle prime note regala una percezione positiva. La qualità è decisamente superiore a quella che si aspetterebbe da una chitarra di “avvicinamento” a questo mondo. Il suono è “rotondo” e “pieno” nel pizzicato o nel lavoro sulle singole corde. Nell’accordo il suono esce “ben distinto” e “pulito”. La tastiera larga permette anche ai chitarristi meno precisi di poter aggiustare la posizione delle dita alla ricerca dei tasti in modo agevole.

Le meccaniche sono buone, anche se necessitano di un buon lavoro preparatorio di “stretching alle corde” per iniziare a tenere bene l’accordatura per un periodo lungo. Ma questa è una necessità riscontrabile anche su strumenti più evoluti.

Nel complesso la chitarra risponde bene e la cassa permette una buona dinamica, dai passaggi a basso volume fino a un livello più alto. La Duebis 120 sa anche farsi sentire insomma.

(Roberto Ferrarotti autografa la chitarra utilizzata per la prova - Copyright Opificio della Musica / Collezione Macaluso 2024)

 

Conclusioni:

La Ferrarotti Duebis 120 è una buona chitarra, con una qualità che è decisamente superiore rispetto al parametro qualità-prezzo. La scelta di fare una serie VERAMENTE LIMITATA a soli 20 esemplari, la rende molto rara e porta lo strumento anche all’interno del mercato del collezionismo. Cosa ancora più evidente se si pensa che quelle ancora disponibili in azienda sono pochissime.

Alla prova risulta piacevole e consistente. Il paragone con le presunte competitor che appartengono ai grandi gruppi che producono in Cina non solo non regge ma risulta inesistente. La Duebis 120 è costruita in modo artigianale e lo si vede da quelle piccole imperfezioni che danno carattere e ti ricordano che lo strumento è il frutto di un lavoro svolto da mani sapienti e non da macchinari industriali. Il fatto che sia costruita in Italia dall’ultima fabbrica di chitarre artigianali rimaste non è solo un vezzo ma qualcosa che si vede e si sente.  

Ultima curiosità: abbiamo chiesto a Roberto Ferrarotti di autografare lo strumento provato dietro la paletta, perché abbiamo ritenuto naturale che l’artigiano firmasse uno strumento che è destinato a entrare nella storia per la sua stessa ragion d’essere.

 

Scheda tecnica dello strumento:

- Fondo e fasce: Multistrato di pioppo piemontese

- Tavola armonica: Multistrato di tabu espressamente realizzato su progetto Ferrarotti

- Manico: Faggio evaporato

- Tastiera: Palissandro Indiano

- Larghezza al capotasto: 53 millimetri

- Diapason 64 centimetri

(Dati forniti dall’azienda)

 

(La paletta autografata da Roberto Ferrarotti - Copyright Opificio della Musica / Collezione Macaluso 2024)

 

Redazione Opificio della Musica

sabato 21 settembre 2024

DIVULGAZIONE MUSICALE IN TV: LA NONA SINFONIA DI BEETHOVEN SU LA7

Il programma “La Torre di Babele”, condotto da Corrado Augias, racconta alcuni passaggi della “Nona” di Beethoven con l’aiuto di due grandi esperti.

(Nella foto Corrado Augias - copyright La7)

La seconda stagione de “La Torre di Babele” - il programma di approfondimento culturale condotto da Corrado Augias in onda su LA7 - inizia con una puntata dedicata alla Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven.

La puntata, andata in onda lo scorso 16 settembre, ha indagato alcuni momenti della sinfonia. In studio, segnaliamo il magistrale apporto divulgativo del maestro Michele Dall’Ongaro (compositore, musicologo e attuale Presidente e Sovrintendente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma).  

Sono stati coinvolti nel programma anche il maestro Daniele Gatti che dall’Accademia Nazionale Santa Lucia ha indagato con il suo pianoforte alcuni movimenti, raccontandone la genialità compositiva del compositore e (nella seconda parte del programma) il regista Wim Wenders.

Segnaliamo questo programma per l’apprezzabile volontà divulgativa e per le grandi doti dei maestri Dall’Ongaro e Gatti che, da prospettive diverse, hanno saputo regalare un ritratto efficace e semplificato del grande genio tedesco e di una delle sue opere più intense, coinvolgenti, raffinate e ascoltate. In particolare, sottolineamo alcuni cenni biografici che Dall’Ongaro ha condiviso del maestro tedesco.

La puntata del programma è disponibile gratuitamente al link https://www.la7.it/la-torre-di-babele/rivedila7/la-torre-di-babele-beethoven-la-meravigliosa-nona-puntata-del-1692024-16-09-2024-558248

Buona visione

 

Emmanuele Macaluso

sabato 14 settembre 2024

IL TEATRO ALLA SCALA APRE LA STAGIONE OPERISTICA 2024-25 CON “LA FORZA DEL DESTINO” DI GIUSEPPE VERDI.

La prima al Teatro alla Scala del prossimo 7 dicembre vedrà in scena l’opera verdiana sotto la conduzione del M° Riccardo Chailly e la regia di Leo Muscato.

 

(Nella foto il M° Riccardo Chailly sul podio - copyright Teatro alla Scala)

La stagione operistica 2024-25 del Teatro alla Scala di Milano si aprirà con “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, melodramma in 4 atti con libretto di Francesco Maria Piave.

Riccardo Chailly ha scelto per la nona volta un’opera di Verdi per aprire la stagione del teatro scaligero. La regia, di quella che sarà come da tradizione una grande produzione e distribuzione, è stata affidata a Leo Muscato.

Quest’opera è stata rappresentata nel teatro meneghino l’ultima volta nel 2001 dai complessi del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, ma Orchestra e Coro scaligeri non la eseguono dal 1999.

Sul palco un cast stellare con la consueta presenza (tra gli altri) di Anna Netrebko e di Jonas Kaufmann.

La vendita dei biglietti sarà disponibile dalle ore 10 del 9 ottobre 2024 sul sito del teatro.


Emmanuele Macaluso

 

Prima al Teatro alla Scala 2024

Milano - 7 dicembre 2024

La forza del Destino
di Giuseppe Verdi

Melodramma in 4 atti

Libretto di Francesco Maria Piave

 

Durata: 3 ore e 40 minuti circa - intervalli inclusi

 

Direttore: Riccardo Chailly
Regia: Leo Muscato
Scene: Federica Parolini
Costumi: Silvia Aymonino
Luci: Alessandro Verazzi

 

Cast artistico

Il Marchese di Calatrava: Fabrizio Beggi

Donna Leonora: Anna Netrebko

Don Carlo di Vargas: Ludovic Tézier

Don Alvaro: Jonas Kaufmann

Preziosilla: Vasilia Berzhanskaya

Padre guardiano: Alexander Vinogradov

Fra Melitone: Marco Filippo Romano

Curra: Marcela Rahal

Un alcade: Huanhong Li

Mastro Trabuco: Carlo Bosi

Un chirurgo: Xhieldo Hyseni