domenica 29 settembre 2024

RECENSIONE: FERRAROTTI DUEBIS 120

Per la prima recensione di uno strumento musicale abbiamo provato la chitarra con cui Ferrarotti Chitarre festeggia i 120 anni dalla fondazione.

(La Ferrarotti Duebis 120 provata - Copyright Opificio della Musica / Collezione Macaluso 2024)

Per la prima recensione di uno strumento musicale, Opificio della Musica testa la chitarra con cui la più antica fabbrica di chitarre artigianali in Italia festeggia i 120 anni dalla fondazione.

La chitarra avrebbe dovuto vedere la luce nel 2023 (anno dell’anniversario), ma l’improvviso peggioramento di salute di Luigi Ferrarotti (terza generazione in azienda) ha indotto suo figlio Roberto ad attendere, come egli stesso ha scritto sulla pagina Fecebook ufficiale di Ferrarotti nel post di presentazione della chitarra al centro di questo articolo.

Il 6 maggio 2024 viene quindi presentata la Ferrarotti Duebis 120, chitarra classica in serie limitata di soli 20 esemplari. La scelta del modello non vede un prodotto al vertice della gamma, ma la Duebis, la “storica” chitarra dedicata agli adulti che iniziano a studiare lo strumento. Uno dei modelli più popolari che ben rappresenta la storia dell’azienda e il grande senso di vicinanza tra questa e il suo pubblico.

(La targhetta incisa al laser per questa edizione limitata - Copyright Ferrarotti Chitarre 2024)

Lo strumento:

La Duebis è una chitarra classica da studio. Il fondo è a fasce multistrato di pioppo piemontese con tavola armonica in multistrato di tabu espressamente realizzato su progetto Ferrarotti. Il manico è in faggio e la tastiera è in palissandro indiano. La larghezza al capotasto è di 53 millimetri.

Rispetto alla Duebis convenzionale, il colore della “120° anniversario” si distingue per una colorazione della cassa armonica più chiara.

La chitarra è corredata di un cartellino in legno inciso al laser con la dicitura: “Chitarra Ferrarotti, modello Duebis 120,  Edizione limitata, Torino, Maggio 2024”.

 

La prova:

Lo strumento non è un top di gamma, ma fin dalle prime note regala una percezione positiva. La qualità è decisamente superiore a quella che si aspetterebbe da una chitarra di “avvicinamento” a questo mondo. Il suono è “rotondo” e “pieno” nel pizzicato o nel lavoro sulle singole corde. Nell’accordo il suono esce “ben distinto” e “pulito”. La tastiera larga permette anche ai chitarristi meno precisi di poter aggiustare la posizione delle dita alla ricerca dei tasti in modo agevole.

Le meccaniche sono buone, anche se necessitano di un buon lavoro preparatorio di “stretching alle corde” per iniziare a tenere bene l’accordatura per un periodo lungo. Ma questa è una necessità riscontrabile anche su strumenti più evoluti.

Nel complesso la chitarra risponde bene e la cassa permette una buona dinamica, dai passaggi a basso volume fino a un livello più alto. La Duebis 120 sa anche farsi sentire insomma.

(Roberto Ferrarotti autografa la chitarra utilizzata per la prova - Copyright Opificio della Musica / Collezione Macaluso 2024)

 

Conclusioni:

La Ferrarotti Duebis 120 è una buona chitarra, con una qualità che è decisamente superiore rispetto al parametro qualità-prezzo. La scelta di fare una serie VERAMENTE LIMITATA a soli 20 esemplari, la rende molto rara e porta lo strumento anche all’interno del mercato del collezionismo. Cosa ancora più evidente se si pensa che quelle ancora disponibili in azienda sono pochissime.

Alla prova risulta piacevole e consistente. Il paragone con le presunte competitor che appartengono ai grandi gruppi che producono in Cina non solo non regge ma risulta inesistente. La Duebis 120 è costruita in modo artigianale e lo si vede da quelle piccole imperfezioni che danno carattere e ti ricordano che lo strumento è il frutto di un lavoro svolto da mani sapienti e non da macchinari industriali. Il fatto che sia costruita in Italia dall’ultima fabbrica di chitarre artigianali rimaste non è solo un vezzo ma qualcosa che si vede e si sente.  

Ultima curiosità: abbiamo chiesto a Roberto Ferrarotti di autografare lo strumento provato dietro la paletta, perché abbiamo ritenuto naturale che l’artigiano firmasse uno strumento che è destinato a entrare nella storia per la sua stessa ragion d’essere.

 

Scheda tecnica dello strumento:

- Fondo e fasce: Multistrato di pioppo piemontese

- Tavola armonica: Multistrato di tabu espressamente realizzato su progetto Ferrarotti

- Manico: Faggio evaporato

- Tastiera: Palissandro Indiano

- Larghezza al capotasto: 53 millimetri

- Diapason 64 centimetri

(Dati forniti dall’azienda)

 

(La paletta autografata da Roberto Ferrarotti - Copyright Opificio della Musica / Collezione Macaluso 2024)

 

Redazione Opificio della Musica

sabato 21 settembre 2024

DIVULGAZIONE MUSICALE IN TV: LA NONA SINFONIA DI BEETHOVEN SU LA7

Il programma “La Torre di Babele”, condotto da Corrado Augias, racconta alcuni passaggi della “Nona” di Beethoven con l’aiuto di due grandi esperti.

(Nella foto Corrado Augias - copyright La7)

La seconda stagione de “La Torre di Babele” - il programma di approfondimento culturale condotto da Corrado Augias in onda su LA7 - inizia con una puntata dedicata alla Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven.

La puntata, andata in onda lo scorso 16 settembre, ha indagato alcuni momenti della sinfonia. In studio, segnaliamo il magistrale apporto divulgativo del maestro Michele Dall’Ongaro (compositore, musicologo e attuale Presidente e Sovrintendente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma).  

Sono stati coinvolti nel programma anche il maestro Daniele Gatti che dall’Accademia Nazionale Santa Lucia ha indagato con il suo pianoforte alcuni movimenti, raccontandone la genialità compositiva del compositore e (nella seconda parte del programma) il regista Wim Wenders.

Segnaliamo questo programma per l’apprezzabile volontà divulgativa e per le grandi doti dei maestri Dall’Ongaro e Gatti che, da prospettive diverse, hanno saputo regalare un ritratto efficace e semplificato del grande genio tedesco e di una delle sue opere più intense, coinvolgenti, raffinate e ascoltate. In particolare, sottolineamo alcuni cenni biografici che Dall’Ongaro ha condiviso del maestro tedesco.

La puntata del programma è disponibile gratuitamente al link https://www.la7.it/la-torre-di-babele/rivedila7/la-torre-di-babele-beethoven-la-meravigliosa-nona-puntata-del-1692024-16-09-2024-558248

Buona visione

 

Emmanuele Macaluso

sabato 14 settembre 2024

IL TEATRO ALLA SCALA APRE LA STAGIONE OPERISTICA 2024-25 CON “LA FORZA DEL DESTINO” DI GIUSEPPE VERDI.

La prima al Teatro alla Scala del prossimo 7 dicembre vedrà in scena l’opera verdiana sotto la conduzione del M° Riccardo Chailly e la regia di Leo Muscato.

 

(Nella foto il M° Riccardo Chailly sul podio - copyright Teatro alla Scala)

La stagione operistica 2024-25 del Teatro alla Scala di Milano si aprirà con “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, melodramma in 4 atti con libretto di Francesco Maria Piave.

Riccardo Chailly ha scelto per la nona volta un’opera di Verdi per aprire la stagione del teatro scaligero. La regia, di quella che sarà come da tradizione una grande produzione e distribuzione, è stata affidata a Leo Muscato.

Quest’opera è stata rappresentata nel teatro meneghino l’ultima volta nel 2001 dai complessi del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, ma Orchestra e Coro scaligeri non la eseguono dal 1999.

Sul palco un cast stellare con la consueta presenza (tra gli altri) di Anna Netrebko e di Jonas Kaufmann.

La vendita dei biglietti sarà disponibile dalle ore 10 del 9 ottobre 2024 sul sito del teatro.


Emmanuele Macaluso

 

Prima al Teatro alla Scala 2024

Milano - 7 dicembre 2024

La forza del Destino
di Giuseppe Verdi

Melodramma in 4 atti

Libretto di Francesco Maria Piave

 

Durata: 3 ore e 40 minuti circa - intervalli inclusi

 

Direttore: Riccardo Chailly
Regia: Leo Muscato
Scene: Federica Parolini
Costumi: Silvia Aymonino
Luci: Alessandro Verazzi

 

Cast artistico

Il Marchese di Calatrava: Fabrizio Beggi

Donna Leonora: Anna Netrebko

Don Carlo di Vargas: Ludovic Tézier

Don Alvaro: Jonas Kaufmann

Preziosilla: Vasilia Berzhanskaya

Padre guardiano: Alexander Vinogradov

Fra Melitone: Marco Filippo Romano

Curra: Marcela Rahal

Un alcade: Huanhong Li

Mastro Trabuco: Carlo Bosi

Un chirurgo: Xhieldo Hyseni

mercoledì 3 aprile 2024

LE MANI DI LUIGI FERRAROTTI. UN RICORDO DI EMMANUELE MACALUSO

Un mese fa ci lasciava Luigi Ferrarotti. Alfiere di terza generazione dell’ultima fabbrica di chitarre artigianali di questo Paese. Per la prima volta, da quando questo progetto è nato, viene dedicato un ricordo personale ad un uomo che abbiamo avuto il privilegio di incontrare e ritrarre. Ci perdonerà quindi il lettore se, per una volta, lasceremo da parte il linguaggio distaccato della divulgazione per entrare in quello dei ricordi personali.

(Nella foto Luigi Ferrarotti – su gentile concessione dell’Archivio Ferrarotti)

 

Conobbi Luigi nel marzo del 2022. Andai in azienda per comprare una chitarra Ferrarotti, per chiudere una sorta di “questione personale” che era iniziata nel 1986, quando con i risparmi del mio primo lavoretto, acquistai la mia prima chitarra (una Ferrarotti mod. UnoEnne 3/4), con la quale strimpellai per anni, e che - purtroppo - è andata perduta.

Decisi quindi di acquistare una “chitarra da grandi”, direttamente da coloro che le fabbricano. Nella mia città, dal momento che quest’ultima eccellenza condivide con me il codice di avviamento postale.

Incontrai Roberto Ferrarotti, con il quale instaurai subito un buon rapporto e che mi consigliò per il meglio. Provai tre chitarre, per poi scegliere una “Manola” su consiglio dello stesso Roberto, che oltre ad avere il suono più bello che abbia mai sentito, era un prototipo costruito in soli tre esemplari. Quando guardai nella cassa e vidi il talloncino incollato con la caratteristica Mole Antonelliana e il modello della chitarra, raccontai a Roberto la storia della mia UnoEnne e gli chiesi se fosse possibile incontrare chi l’aveva costruita.

Roberto sorrise e dallo showroom mi fece entrare nella fabbrica, dove incontrai Luigi con il suo affabile sorriso e le sue mani. Si, le sue mani. Mi colpirono subito.

Le guardai con discrezione a lungo, mentre padre e figlio mi raccontarono velocemente la storia della famiglia e dell’azienda. Una storia che coincide. Davanti a me avevo due generazioni che parlavano la stessa lingua e condividevano la stessa passione.

Chiesi (con un po’ di imbarazzo) di poter fare una foto con Luigi, perché in quel momento mi resi conto di aver imbracciato per ore una chitarra nata in quel luogo che sa di legno, da quelle mani che sanno di esperienza. Mi sentii emozionato, e dalla foto che tengo tra le mie cose più care, si percepisce.

Decisi quindi di tornare con il mio notes per raccogliere i ricordi di quella storia e scriverne un articolo, che ancora oggi risulta essere il più letto su Opificio della Musica.

Passai del tempo con Luigi e Roberto e guardai a lungo quelle mani. Un’intervista raccolta in una fabbrica che si era fermata e che si era lasciata guardare in tutto il suo fascino senza tempo.

Fu un’esperienza intima. Nell’era del virtuale, tutti i sensi vennero coinvolti in quell’ascolto. Luigi si lasciò andare a qualche aneddoto, e venni colpito dal fatto che più che della famiglia mi parlava di lavoro. Di cose fatte. Lo faceva con parole semplici e un’umiltà a cui non sono più abituato. La mia attenzione si spostò dalle chitarre agli arnesi di lavoro che lui stesso ha creato per semplificarsi il lavoro. Compresi una cosa in quel momento: quel posto non era solo un luogo di lavoro, ma una parte importante del suo mondo. Un mondo che ha plasmato e che creato a sua immagine. Difficile dividere ciò che è da ciò che ha fatto. In primis per lui.

Per conoscere la storia della famiglia dovetti rivolgermi a Roberto. Il più giovane. Luigi era preso da ciò che lo circondava, perché era lì che ha espresso il suo talento per una vita intera.

Scrissi l’articolo e ricordo l’accoglienza che ebbi quando tornai in fabbrica la volta successiva per salutare Luigi e Roberto. Luigi era entusiasta. Credo emozionato. Non ho mai percepito tanta gratitudine e umiltà fusi in un unico individuo. 

Nacque un’amicizia che mi portò a piangere quando seppi della sua morte. Roberto mi scrisse un messaggio. Ricordo di aver avuto bisogno di prendermi del tempo prima di rispondere. Luigi è uno di quegli uomini che entra a far parte della tua vita con grazia, e solo in quel momento ho messo insieme i pezzi della mia esistenza che ho condiviso con lui. Misi a fuoco la mancanza del suo sorriso, della sua voce e di quelle mani che hanno lavorato tanto e che ti accoglievano in una stretta quando incontravano le tue.

Nelle scorse ore sono passato in azienda per salutare Roberto e avere un momento riservato per ricordare Luigi. Dopo pochi minuti, Roberto - con un po’ di imbarazzo - mi ha chiesto di congedarci per tornare al lavoro. Non l’ho mai visto così simile a suo padre come in quel momento. Ho sorriso. Per un attimo Luigi mi è mancato un po’ meno.

Sono tornato a casa e ho deciso di scrivere queste poche righe. Non un tributo retorico, ma una storia. Un piccolo racconto, di un piccolo pezzo di vita personale che possa diventare una piccola testimonianza che dia ragione della traccia che un uomo ha lasciato dietro di sé nel suo cammino.

Credo sia stata la cosa più difficile che abbia mai scritto. Forse non la più bella. Ma la più difficile. Ed eccola qui. Torneremo presto a parlare di musica con altri stili. Ma ora è il tempo del ricordo e della consapevolezza di aver avuto la fortuna di incontrare un uomo venuto da un altro tempo.

Un tempo diverso da questo, in cui sento il bisogno di abbracciare “Manola” e farle raccontare altre storie. Perché c’è chi va semplicemente via e chi rimane in ciò che ha fatto.

Luigi rimane.

 

Emmanuele Macaluso

giovedì 4 gennaio 2024

RICCARDO MUTI DIRIGERA’ IL CONCERTO DI CAPODANNO 2025 A VIENNA

Il maestro Riccardo Muti dirigerà i Wiener Philharmoniker per la settima volta al “Neujahrskonzert”, il  tradizionale concerto di inizio anno alla Goldener Saal del Musikverein.

 

Come da tradizione, al termine del concerto di capodanno - quest’anno diretto da Christian Thielemann e trasmesso in diretta in oltre cento Paesi di tutto il mondo - è stato annunciato attraverso un comunicato il direttore per il 2025  del tradizionale concerto viennese.

(Nella foto il Maestro Riccardo Muti - Credit web/Sky)

 A salire sul podio della Goldener Saal del Musikverein, alla guida dei Wiener Philharmoniker (l’Orchestra Filarmonica di Vienna nda) sarà Riccardo Muti.

Il maestro italiano è stato invitato per il concerto che celebrerà il bicentenario dalla nascita del "padre del valzerJohann Strauss Junior. Un avvenimento culturale particolarmente sentito dagli austriaci e che dona maggiore lustro a questo invito.


Il comunicato sottolinea come “la collaborazione dei Wiener Philharmoniker con il Maestro Muti è iniziata nel 1971 e da allora ha diretto oltre 500 concerti, tra cui sei edizioni del Neujahrskonzert, concerti in abbonamento della Filarmonica, concerti commemorativi, apparizioni come ospite e tournée, oltre a numerose produzioni operistiche”.

(Nella foto la Goldener Saal del Musikverein - Credit web)


Daniel Froschauer, presidente dei Wiener Philharmoniker, sottolinea il rapporto straordinario fra l'artista per l'orchestra: "Riccardo Muti ha svolto un ruolo eccezionale nella storia dei Wiener Philharmoniker per oltre 50 anni. Muti è membro onorario dell'orchestra dal 2011. Ha contribuito a plasmare il repertorio e il suono specifico dell'orchestra in modo unico".


Un altro riconoscimento nell’ormai incalcolabile carriera del maestro Muti.



Emmanuele Macaluso

giovedì 2 novembre 2023

IL 7 DICEMBRE LA TRADIZIONALE PRIMA AL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO CON IL DON CARLO DI VERDI

L’opera verdiana torna a echeggiare nel teatro scaligero per la prima del prossimo 7 dicembre 2023.

Tocca al Don Carlo di Giuseppe Verdi, dare il via alla stagione 2023/24 del Teatro alla Scala di Milano nella tradizionale data del 7 dicembre, giorno dedicato a Sant’Ambrogio, patrono della città meneghina.

Manca circa un mese a questo importante evento culturale, che porterà l’opera italiana all’attenzione globale dei melomani, e di coloro che “vivono” la tradizione della prima scaligera ogni anno poche settimane prima del Natale.

Dopo la messa in scena di tre opere giovanili di Giuseppe Verdi (“Giovanna d’Arco, “Attila” e “Macbeth”), il direttore Riccardo Chailly si cimenta in un’opera della maturità verdiana, in “Don Carlo” appunto.

(Nella foto il Maestro Riccardo Chailly)

La regia è stata affidata a Lluis Pasqual, mentre nel cast artistico spiccano alcuni volti ormai di casa a Milano: Francesco Meli (nel ruolo che dà il nome all’opera), Luca Salsi e Anna Netrebko.

L’inizio dell’evento è fissato per le ore 18, con diretta sui canali Rai.

 

Di seguito la scheda tecnica:

 

Don Carlo

di Giuseppe Verdi

 

Opera in quattro atti

Libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle

Nuova produzione Teatro alla Scala

 

Direttore: Riccardo Chailly

Regia: Lluis Pasqual

Scene: Daniel Bianco

Costumi: Franca Squarciapino

Luci: Pascal Mérat

Video: Franc Aleu

Movimenti coreografici: Nuria Castejón

 

Cast artistico

Filippo II, Re di Spagna: René Pape

Don Carlo, Infante di Spagna: Francesco Meli

Rodrigo, Marchese di Posa: Luca Salsi

Elisabetta di Valois: Anna Netrebko

Il Grande Inquisitore: Ain Anger

Un frate: Jongmin Park

La Principessa d’Eboli: Elīma Garanča

Tebaldo, paggio di Elisabetta: Elisa Verzier

Il conte di Lerma - Un araldo reale: Jinxu Xiahou

Una voce dal cielo: Rosalia Cid

 

Deputati Fiamminghi:

Chao Liu
Wonjun Jo
Huanhong Livio Li
Giuseppe De Luca
Xhieldo Hyseni

 

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

 

Buona prima al Teatro alla Scala

 

Emmanuele Macaluso

sabato 6 maggio 2023

INCORONAZIONE DI CARLO III: IL PROGRAMMA MUSICALE DELL’EVENTO

È stato reso pubblico il programma musicale della cerimonia di incoronazione di Carlo III che si svolgerà all’Abbazia di Westminster.

(Charles III in un ritratto ufficiale – Credit: Anwar Hussein Collection, Getty Images)


A poche ore dalla cerimonia di incoronazione di King Charles III - un evento destinato ad entrare nella storia - è stato reso pubblico il programma musicale dell’evento e sono stati resi noti alcuni dettagli dell’apparato musicale che impreziosirà la cerimonia in uno dei più importanti eventi mediatici del secolo.

La musica avrà un ruolo di primo piano a Westminster Abbey, con ben 12 nuove commissioni e un programma di musica corale con rimandi simbolici e storici.

La direzione musicale è stata affidata a Sir Antonio Pappano, che avrà il compito di dirigere la “Coronation Orchestra”, l’orchestra appositamente formata con i migliori musicisti provenienti dalla Royal Philharmonic Orchestra, Royal Opera House Orchestra e Philharmonia Orchestra.


Di seguito il programma musicale dell’evento, così come riportato anche da ClassicFM:

 

(Prima dell’arrivo di Carlo III e della regina consorte Camilla

a Westminster – 12 nuove commissioni)

- “Brighter Visions Shine Afar”,  breve ouverture orchestrale composta da Judith Weir.
- “Tros y Garreg”, nuova composizione per orchestra e arpa solista di Sir Karl Jenkins, arrangiamento di un ciclo di canzoni folk gallesi dello stesso Jenkins.

- “Sacred Fire di Sarah Class con il contributo solistico del soprano sudafricano Pretty Yende.
- “Be Thou my Vision”, trittico per orchestra composto a Nigel Hess, Roderick Williams e Shirely J Thompson. (Il brano è inspirato all’inno gallese omonimo, uno dei preferiti di Re Carlo).
- “Voices of the world”, nuova commissione per organo ispirata a delle melodie tradizionali dei paesi del Commonwealth.

- “King Charles III Coronation March”, nuova marcia cerimoniale composta dal compositore di musica da film Patrick Doyle. La marcia marcherà il termine del servizio introduttivo prima della processione ufficiale d’ingresso.

 

(Musiche scelte per la cerimonia di incoronazione)

- “I Was Glad”, l’inno di Hubert Parry composto per l’incoronazione di Edoardo VII nel 1902 verrà eseguito proprio all’ingresso di Carlo e Camilla a Westminster.

- “Coronation Kyrie”, nuova commissione firmata da Paul Mealor eseguita dal coro di Westminster Abbey e dal basso-baritono Bryn Terfel.

- “Prevent Us, O Lord”, brano del sedicesimo secolo di William Bird.

- “Messa a quattro voci di William Bird (1592).

- “Alleluia, Alleluia!”, nuova composizione di Debbie Wiseman su testo tratto dal salmo 47.

- “Veni Creator Spiritus”, inno cristiano riarrangiato nelle quattro lingue del Regno Unito.

- “Zadok the Priest, il celeberrimo inno composto da Händel per l’incoronazione di Giorgio II.
- Brano corale della tradizione greco-ortodossa su testo tratto dal Salmo 71 in onore del Principe Filippo, duca di Edimburgo ma già Principe di Grecia e Danimarca.
- “Wiener Philharmoniker Fanfare di Strauss.
- “O Lord, grant the king a long life di Thomas Weelkes.
- “Confortare”, inno di Walford-Davies composto per l’incoronazione di Re Giorgio V nel 1911.
- “Make a Joyful Noise”, nuovo inno composto da Andrew Lloyd Webber.
- “Sanctus”, nuova composizione di Roxanna Panufnik.
- “Agnus Dei”, nuovo brano di Tarik O’Regan.
- “Praise, my soul, the King of Heaven”, inno di William Boyce composto per l’incoronazione di Giorgio III nel 1761.
- “Te Deum”, di William Walton, composto per l’incoronazione di Elisabetta II.

 

Al termine della cerimonia, come da tradizione, i presenti e il coro, intoneranno l’inno nazionale “God Save the King”.

 

La processione di uscita sarà accompagnata dalla “Marcia n.4 da Pomp & Circumstance di Elgar.

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La cerimonia del 6 maggio, nella sua totalità (comprendente sia la liturgia parlata che la musica, insieme alla musica che anticiperà la funzione) verrà registrata per Decca e pubblicata in un’incisione di quattro ore dal titolo The Official Album of the Coronation.

L’incisione sarà disponibile in formato fisico a partire dal 15 maggio ma sarà disponibile in streaming e sulle piattaforme digitali già a cerimonia avvenuta, già sabato 6 maggio 2023.

 

L’altro evento musicale della tre giorni di eventi legati all’incoronazione sarà il “Coronation Concert” al Castello di Windsor in programma per domenica 7 maggio 2023 alle 20.00 (ora locale). Si esibiranno Kate PerryTake ThatLionel Richie ma anche star della musica operistica e cross over come Bryn Terfel e Andrea Bocelli che canteranno in duo.

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La redazione di Opificio della Musica. si unisce a coloro che rendono le dovute felicitazioni a sua Maestà King Charles III e ringrazia per questa bella occasione di condivisione della cultura musicale e della musica di qualità.

 

Emmanuele Macaluso