venerdì 28 marzo 2025

MARTA ZANETTA: L’IMPORTANZA DEI SOCIAL E DELLA CONDIVISIONE DEL “DIETRO LE QUINTE” NELLA CULTURA

L’esperta di comunicazione racconta la sua esperienza come social media manager all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, in uno dei momenti più difficili della storia.

(Nella foto: Marta Zanetta - Credits: M. Zanetta)

 

Chi è Marta Zanetta: torinese, una laurea in architettura al Politecnico di Torino, inizia la sua carriera come social media manager gestendo una pagina Facebook dedicata ad un progetto di arte contemporanea della sua città. Si forma ulteriormente allo IED con un master in  organizzazione e comunicazione degli eventi, mentre continua a lavorare nell’ambito culturale e artistico. Non paga, si iscrive e conclude un secondo master al Sole 24Ore Business School in marketing e comunicazione nel 2019, anno in cui risponde alla job application per entrare a far parte dello staff dell’Accademia del Teatro alla Scala.

La sua esperienza nella prestigiosa fondazione scaligera inizia nel 2020, in piena pandemia COVID-19, dove ha trasformato il problema della chiusura delle attività offline in opportunità fino alla fine del suo incarico nel 2022.

 

Il Teatro alla Scala di Milano fu uno dei primi teatri a chiudere. Le restrizioni per il Covid furono applicate in Italia prima che negli altri Stati europei. Il Paese si ritrovò con le strade vuote e le persone sempre più isolate fisicamente, ma interconnesse attraverso il web. Marta Zanetta entrò a dare il suo contributo professionale in “Accademia” in questo scenario. Un contesto che ha portato molti aspetti della vita “reale” a doversi “digitalizzare”. Nacque quindi la necessità di rilanciare e plasmare la strategia di comunicazione (soprattutto sui canali social e web), con nuove iniziative e a caccia di un nuovo pubblico. Proprio in quel periodo videro la luce due  progetti che sono ancora oggi attivi:

 

- “Hall of Fame”: una rubrica pubblicata sul sito della fondazione, che ha il compito di far conoscere gli ex allievi dell’accademia a distanza di qualche tempo dal termine del percorso formativo a Milano. Uno sguardo inedito, che permette al lettore di conoscere le nuove stelle del panorama mondiale.

Questo prodotto editoriale ha avuto - e sta avendo - notevole successo. Ha altresì portato a dei vantaggi dal punto di vista strategico:

1) Ha aumentato gli indici SEO e di posizionamento del sito web sui motori di ricerca.

2) Ha dato la possibilità di creare nuovi contenuti durante un periodo complesso.

3) Ha fatto incrementare la brand reputation della fondazione.

4) Ha dato visibilità anche all’intervistato, riversando anche su di lui gli effetti dei 3 punti precedenti.

 

- “Una giornata con…”: è stata la seconda rubrica attivata durante il lavoro di Marta nella realtà scaligera. Il format prevede la presenza di un videomaker e un fotografo nella giornata di un allievo dell’accademia. Da quando esce di casa al mattino, durante le ore di studio e prove fino alla sera. Un interessante sguardo nella vita dell’artista e nel “dietro le quinte” del contesto nel quale questo si forma e opera.

 

All’interno dello scenario globale che abbiamo descritto, e in supporto alle 2 rubriche, l’importanza dei social si è palesata - ed è diventata ancora più strategica - a causa del naturale depotenziamento degli altri canali di comunicazione offline.

I canali social, oltre ad un compito meramente comunicativo, sono stati utilizzati anche per ragioni strategiche. Tra queste, quella di ampliare e diversificare i bacini di utenza delle due realtà scaligere, che hanno target decisamente differenti.

L’età media del Teatro alla Scala infatti è alta, mentre quella dell’Accademia del Teatro alla Scala rientra nella fascia di età 18/35 anni. Il biennio 2020-22 ha portato ad un ampliamento e consolidamento della platea.

Durante l’intervista, Marta Zanetta ha messo un accento molto forte su un’altra possibilità offerta dai social media: quella di poter condividere con il pubblico il vero “dietro le quinte” durante la preparazione degli spettacoli teatrali e le prove. Uno spettacolo nello spettacolo, che vede il lavoro coordinato di figure professionali che meritano di essere raccontate e condivise. Una realtà troppo spesso surclassata dalla maestosità delle messe in scena offerte dalla lirica e dal balletto e che è stata finalmente messa a disposizione del pubblico, con l’intento di affascinare anche le nuove generazioni.



(Logo dell’Accademia Teatro alla Scala – Copyright dell’omonima Fondazione)

 

Al di là dell’intervista, crediamo comunque sia giusto invitare i nostri lettori ad una riflessione sull’importanza che l’Accademia Teatro alla Scala - una fondazione con un modello di business pubblico-privato - ha dedicato alle strategie di marketing e promozione anche sui media digitali. Una scelta che ha permesso una diversificazione comunicativa, che ha mantenuto viva la comunicazione dell’accademia, mentre tutte le attività “live” erano ferme. Un impegno che ha altresì permesso a questa realtà di creare una visibilità che ha incentivato gli sponsor privati a mantenere attiva la partnership in un momento delicato.

 

Un ringraziamento a Marta Zanetta per aver condiviso con noi molti aspetti interessanti della sua esperienza professionale e personale. Una voce autorevole, che ci ha donato uno sguardo inedito sulle strategie e le attività che una realtà di livello internazionale ha messo in campo durante un periodo di crisi.

 

 

Emmanuele Macaluso

venerdì 21 marzo 2025

ANASTACIA FA TREMARE LE OGR DI TORINO CON LA SUA VOCE

REPORTAGE: La cantante statunitense approda a Torino con il suo tour “Not that kind 2025” e scuote le Officine Grandi Riparazioni.

(Anastacia e la sua band al termine del concerto – Credits: Emmanuele Macaluso e Opificio della Musica / Odm)

Il 19 marzo 2025 non sarà ricordato solo per la festa del papà, ma per il concerto di Anastacia a Torino. A 25 anni dalla pubblicazione del suo albumNot That Kind”, la cantante statunitense festeggia le sue nozze d’argento con la musica che conta e lo fa con la sua inesauribile carica di energia.

(La locandina del concerto alle OGR - credits: organizzazione dell'evento)

Un batterista, una percussionista, un tastierista, un bassista, un chitarrista e due coristi sono bastati ad Anastacia per far tremare le OGR con la sua incredibile voce. Una voce “nera” che viene sprigionata da una cantante che si è presentata all’appuntamento in splendida forma dal punto di vista vocale e fisico. Niente effetti speciali, al vero talento non servono.

Quasi due ore di spettacolo, nei quali sono stati ripercorsi i 25 anni di carriera con la seguente scaletta:

One Day in Your Life
Now or Never
Staring at the Sun
Paid My Dues
Nobody Loves Me Better / Don’tcha Wanna
Sick and Tired
Overdue Goodbye
Made for Lovin’ You
I Can Feel You
Intermezzo dei coristi: Vogue / This Is How We Do / Everybody (Backstreet’s Back)

Heavy on My Heart
You’ll Never Be Alone
Secrets / Welcome to My Truth
How Come the World Won’t Stop

All Right Now
Sweet Child o’ Mine
Boxer
Stupid Little Things
Left Outside Alone
---
Finale/bis:

Not That Kind
I’m Outta Love
Left Outside Alone

Da segnalare l’arrangiamento inedito di “Left Outside Alone”, che ha reso la canzone irriconoscibile al pubblico fino all’attacco di Anastacia sul testo. Altro momento da ricordare è la risposta della cantante al pubblico che, iniziando a dedicarle la canzone “Sei bellissima” di Loredana Berté, ha portato l’artista statunitense a cantare la canzone insieme al pubblico “ghiacciandolo” letteralmente con la potenza della sua voce. Un momento che ha unito sorpresa e divertimento.

Nel complesso, il concerto ha rappresentato un’esperienza musicale genuina, con buoni musicisti all’opera e una voce vera a disposizione di un pubblico entusiasta. Merce rara ultimamente nella musica pop.

 

Emmanuele Macaluso

martedì 25 febbraio 2025

OPIFICIO DELLA MUSICA SBARCA SU LINKEDIN

COMUNICAZIONE UFFICIALE: Opificio della Musica apre la sua pagina ufficiale su LinkedIn, il social media per il business più importante al mondo.

Opificio della Musica (OdM), si sta evolvendo da blog di divulgazione musicale a vero e proprio sistema integrato di comunicazione e marketing.

Oltre alla pagina Facebook, da oggi è possibile seguire Opificio della Musica anche sul Linkedin, la piattaforma social media più influente e credibile al mondo legato al business.

 

La pagina Linkedin di Opificio della Musica è disponibile al link: https://www.linkedin.com/company/opificio-della-musica



La Redazione di OdM

mercoledì 5 febbraio 2025

OPIFICIO DELLA MUSICA PRESENTA LE SUE “MONOGRAFIE”

COMUNICAZIONE UFFICIALE: Opificio della Musica si evolve e presenta un nuovo prodotto editoriale di approfondimento nell’ambito della divulgazione musicale di qualità, diventando un progetto di comunicazione integrata.

(Il logo che identificherà le “Monografie” - Copyright Opificio della Musica e Emmanuele Macaluso)


Nascono le “Monografie” di Opificio della Musica. Le monografie sono un’evoluzione del lavoro editoriale che ormai da 3 anni viene svolto attraverso il blog Opificio della Musica. Fino ad oggi la divulgazione musicale è stata presentata attraverso il linguaggio e gli spazi di lettura consoni al web, con un approfondimento relativo.

Nel corso del nostro lavoro ci siamo tuttavia imbattuti in storie e personaggi che meritano di essere raccontati in modo più approfondito.

Per questa ragione abbiamo deciso di proporre ai nostri lettori dei prodotti editoriali più completi, che possono essere ritenuti veri e propri saggi, dedicati a coloro che vogliono investire maggior tempo e attenzione rispetto a quello strutturato per lo storytelling online. Questi prodotti divulgativi saranno identificati con il nome di “Monografie” e avranno un logo specifico che li renderà facilmente riconoscibili. 

Le monografie saranno pubblicate in versione digitale su apposite piattaforme e - in alcuni casi - anche in formato cartaceo e messi a disposizione del pubblico.

Il logo, nella sua versione principale, si presenta su un elegante sfondo color rosso, riporta la dicitura “MONOGRAFIA” in maiuscolo e in bianco, in aggiunta al logo “Opificio della Musica” in nero.

Prossimamente sarà annunciato il tema della prima monografia, alla quale lo staff di ricerca di Opificio della Musica sta già lavorando, e che potrebbe portare anche ad una successiva evoluzione del progetto.

 

Emmanuele Macaluso

venerdì 31 gennaio 2025

INTERVISTA A MICHELE MOZZICATO DI EGEA MUSIC GROUP

Il responsabile delle divisioni “publishing” e “live” di EGEA Music Group ci parla della sua visione del mondo musicale italiano. Un’analisi tra presente e futuro.

(Michele Mozzicato - Credit M. Mozzicato)

Con oltre vent’anni di esperienza, Michele Mozzicato rappresenta una voce autorevole nel mondo del business musicale italiano. Egea Music Group è una realtà indipendente, che si è sempre distinta per i contenuti di alta qualità. Nata come etichetta musicale nell’ambito della musica jazz, si è evoluta all’inizio degli anni 2000 entrando nella distribuzione musicale (in esclusiva) per poi ampliare il suo spettro e diventare grossista nel 2010. Contemporaneamente ha sondato altri campi all’interno del mondo musicale, acquisendo know how e sviluppando le divisioni “live management” (attività manageriale, booking e eventi) affiancandola a quella legata alla parte editoriale (publishing).

In questi ultimi due contesti trova il suo attuale assetto professionale Michele Mozzicato, che ha deciso di condividere la sua visione di musica in Italia, inserendola nel contesto culturale del Paese.

 

D - Colpisce l’evoluzione di Egea, in quanto compiuta da una realtà indipendente. Cosa ci puoi dire a riguardo?
R - Il mondo della musica è molto frastagliato in termini di competenze. Occuparsi di publishing è diverso rispetto alla gestione complessa dei concerti o al management puro. Tutti i cambiamenti vanno acquisiti e gestiti lentamente. È un’evoluzione.

Non abbiamo mai fatto un ragionamento da “pura azienda”. Il mercato musicale infatti, non è assimilabile a quello che ha logiche commerciali comuni. La parte artistica è una sfida che non ha regole fisse. Sono talmente tanti i fattori che influiscono sul prodotto culturale, da renderlo più difficile da prevedere. È più liquido.

Noi di questa difficoltà ne vediamo il lato positivo, perché richiede un approccio più stimolante e creativo. Con la musica può succedere tutto. Al contrario di altri campi, non si può gestire tutto “matematicamente”, ma ci sono dei margini di tolleranza molto ampli.

 

D - Qual è l’attuale situazione del mondo culturale e musicale italiano dal tuo osservatorio?

R - C’è una problematica sulla quale riflettiamo spesso. Risulta esserci una mancanza di gestione del mercato musicale da parte delle istituzioni, in quanto non esiste  una reale distinzione tra il mercato “culturale” e quello “dell’intrattenimento”.

Se si guardano i bilanci delle regioni italiane, molti fondi sono gestiti dagli assessorati alla cultura e altri da quelli al turismo. Questo non solo crea confusione, ma crea una non consona gestione dei fondi. Una cosa è gestire progetti culturali, una cosa sono quelli di intrattenimento (che hanno diritto e logica di esistere), ma che non dovrebbero togliere risorse alla cultura. Dobbiamo sviluppare la parte artistica e culturale di un Paese.

Oggi, l’industria culturale italiana è abbastanza limitata e si trova al centro di un disequilibrio. Se da una parte c’è una presenza economica irrilevante infatti, dall’altra gode di una grossa visibilità mediatica. È una situazione atipica.

 

D - Voi come gruppo musicale, in quale fascia vi ponete all’interno del mondo economico e culturale italiano?

R - Noi siamo in una fascia media. Purtroppo in Italia, “tutto ciò che è medio fa una fatica enorme”. Eppure l’operatore culturale italiano ha competenze elevate, anche se si confrontano a livello europeo. La capacità di gestire la parte tecnica, amministrativa, burocratica e il problem solving degli italiani è un fatto riconosciuto.

 

D - Come mai siete entrati nel mondo del live management?

R - Per Egea, la scelta del live è stata diversa dalla mera diversificazione di business. C’è stata inizialmente una esigenza legata alla distribuzione. Alcune etichette estere, non riuscivano a entrare nel mercato live in Italia, e questo rappresentava una grande mancanza per la visibilità degli artisti. Noi ci siamo posti come “ponte” per unire questa esigenza al territorio italiano. Per fare un esempio: grazie a questa attività, abbiamo potuto - tra gli altri- portare in Italia artisti del calibro di Esperanza Spalding (vincitrice del Grammy Award come “Best Jazz Vocal Album” nel 2013 - nda).

 

D - Come vedi l’evoluzione del mondo musicale indipendente nel prossimo futuro.

R - Il mercato, soprattutto in ambito indipendente, in futuro necessiterà di azioni di “convergenza” da parte degli operatori, che comporterà una presenza più forte della realtà culturale e imprenditoriale che rappresentiamo nel Paese. Bisognerà trovare formule di collaborazione tra gli “indipendenti” dal punto di vista artistico, strategico e tecnico.  In questo caso, al contrario di quando detto precedentemente, si potrà fare un ragionamento di tipo “matematico”. Strettamente manageriale.

 

L’intervista si conclude con alcune riflessioni sullo scollamento, che si percepisce anche dal punto di vista delle etichette,  tra il mondo della formazione musicale (conservatori, scuole di musica e accademie) e il mondo del lavoro. Michele ci racconta come anche negli incontri con gli studenti di musica, lui metta sempre in evidenza la correlazione tra la parte artistica e quella economica, che permette all’artista di continuare a fare musica e quindi cultura nel nostro Paese.

Anche in questo caso, troviamo un pieno accordo con la visione del nostro ospite e ci preme terminare questo articolo con un appello rivolto a “coloro che formano i nostri artisti dal punto di vista musicale”, evidenziando come in Italia ci siano professionalità - nel mondo del management, del marketing e della comunicazione - che possano dare un contributo importante all’educazione e all’ingresso nel mercato della cultura dei nostri giovani talenti.

Una realtà nella quale anche Opificio della Musica è pronta a fare la sua parte.

 

Un ringraziamento a Michele Mozzicato per aver condiviso con noi le sue riflessioni e la sua grande esperienza.

 

 

Emmanuele Macaluso

sabato 25 gennaio 2025

SANREMO 2025

Artisti, titoli delle canzoni e autori dei brani in gara all’Ariston per la settantacinquesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo

(Logo del Festival di Sanremo 2025 – credit: organizzazione del Festival e RAI)

Andrà in scena dall’undici al quindici febbraio la settantacinquesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Il tradizionale concorso canoro sarà trasmesso - come da consuetudine - dalle piattaforme RAI e vede il ritorno, in qualità di direttore artistico e conduttore, di Carlo Conti, dopo le edizioni condotte da Amadeus.

A poche ore dall’ascolto in anteprima dedicato alla stampa pubblichiamo di seguito i nomi degli artisti in gara, i titoli dei brani e i relativi autori. Colpisce la quantità, e la persistenza, di alcuni autori all’interno di più canzoni ammesse da Conti alla rassegna canora.

I cambiamenti all’interno del mercato discografico e nel music business hanno creato vere e proprie tendenze e “scuole” autoriali per l’invasione della musica popolare sui nuovi media.  Si denota quindi una vera e propria corsa all’inserimento del proprio nome per l’acquisizione dei diritti d’autore.

34 le canzoni in gara suddivise come segue: 30 nella categoria “campioni” e 4 “nuove proposte” selezionate attraverso Sanremo Giovani. 

Di seguito l’elenco:


Cat. campioni:

> Achille Lauro - “incoscienti giovani” (De Marinis, Masnzairi, Antonacci, Simonetta, Nelli, Calciulli)

> Bresh - “La tana del granchio” (Brasi, Di Biasi, De Lauri, Ghiazzi)

> Brunori Sas - “L’albero delle Noci” (Brunori)

> Clara - “Febbre” (Soccini, Ettorre, Calearo, Faini, Abbate)

> Coma_Cose - “Cuoricini” (Mesiano, Zanardelli, Filippelli, Manilardi)

> Elodie  - “Dimenticarsi alle 7” (Di Patrizi, Petrella, Simonetta)

> Emis Killa - “Demoni” (Giambelli, Lazzarin, Mattia e Marco Cerri, Abbate)

> Fedez - “Battito” (Lucia, La Cava, Abbate, Lazzarin)

> Francesca Michielin - “Fango di Paradiso” (Michielin, Simonetta, Raina)

> Francesco Gabbani - “Viva la vita” (Gabbani, Gabelloni, De Crescenzo, Simonetta, Vittori, Zito)

> Gaia - “Chiamo io chiami tu” (Gozzi, Petrella, Tognini)

> Giorgia - “La cura per me” (Fabbriconi, Zocca)

> Irama - “Lentamente” (Fanti, Fabbriconi, Zocca, Colonnelli)

> Joan Thiele - “Eco” (Thiele, Abbate, Benussi, Triglia)

> Lucio Corsi - “ Volevo essere un duro” (Corsi, Sabatini)

> Marcella Bella - “Pelle diamante” (Bella, Cirenga, Simoncini, Mammaro, Rettani)

> Massimo Ranieri - “Tra le mani un cuore” (Ferro, Neviani, Anania, Venturini)

> Modà - “Non ti dimentico” (Silvestre)

> Noemi - “Se t’innamori” (Mahmoud, Fabbriconi, Zocca)

> Olly - “Balorda nostalgia” (Olivieri, Boverod, Pasini)

> Rkomi - “Il ritmo delle cose” (Martorana, Ettorre, Pierotti, Catitti, Faraone, Lombroni Capalbo)

> Rocco Hunt - “Mille volte ancora” (Pagliarulo, Simonetta, Tognini, Antonacci, Santarelli, Salvaderi, Rossi)

> Rose Villain - “Fuorilegge” (Luini, Abbate, Lazzarin, Ferrara)

> Sarah Toscano - “Amarcord” (Toscano, Ettorre, Abbate, Mercuri, Cremona, Grillotti, Maimone)

> Serena Brancale - “Anema e core” (Brancale, Abbate, Ettorre, Finotti, Lazzarin)

> Shalbo con Guè, Joshua e Tormento - “La mia parola” (Lombroni Capalbo, Cellamaro, Fini, Bale, Canocchia, Faraone, Lamanna, Medici)

> Simone Cristicchi - “Quando sarai piccola” (Cristicchi, Mineo, Brunialti)

> The kolors - “Tu con chi fai l’amore” (Fiordispino, Petrella, D’Erme, Tognini)

> Tony Effe - “Damme ‘na mano” (Rapisarda, Faraone, Vettraino)

> Willie Peyote - “Grazie ma no grazie” (Bruno, Bestonzo, Romeo, Vella)


Nuove proposte:

> Alex yse - “Rockstar” (Rina, Facchinetti, Ieva)

> Maria Tomba - “Goodbye (voglio good vibes)” (Bruno, Tomba, G. e M. Guerra, Mineo)

> Settembre - “Vertebre” (Settembre, Di Lenola, Finotti)

> Vale LP e Lil Jolie - “Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore” (De Crescenzo, Dadone, Calearo, Cianchi, Sanseverino, Tognini)

 

 

Emmanuele Macaluso

domenica 12 gennaio 2025

YANNICK NÉZET-SÉGUIN SUL PODIO DEL NEUJAHRSKONZERT 2026

ATTUALITA’: Il direttore d’orchestra canadese dirigerà per la prima volta i Wiener Philharmoniker per il tradizionale Concerto di Capodanno 2026.

 

(Yannick Nézet-Séguin - Credits: George Etheredge)

Per la prima volta, il quarantanovenne direttore d’orchestra canadese, dirigerà l’Orchestra Filarmonica di Vienna per il Concerto di Capodanno 2026. Un evento tradizionale che ogni anno viene seguito da milioni di persone attraverso i media. 

L’invito, reso pubblico - come da tradizione - quasi in concomitanza con il Concerto di Capodanno (quest’anno condotto dal maestro Riccardo Muti), sottolinea anche il sodalizio artistico tra Yannick Nézet-Séguin e la Wiener Philharmoniker.

Una collaborazione iniziata in occasione della Settimana Mozartiana di Salisburgo nel 2010 e che ha visto Nézet-Séguin più volte impegnato nella direzione dell'orchestra viennese in concerti a Vienna e Salisburgo e in tournée. Tra queste occasioni il Concerto della Notte d'Estate 2023.

Dopo quindici anni arriva l’invito per la direzione del Neujahrkonzert 2026.

 

Nel comunicato ufficiale, il presidente della Filarmonica di Vienna - Daniel Froschauer - evidenzia l'importante ruolo di Nézet-Séguin con l'orchestra: “La Filarmonica di Vienna ha goduto di una stretta e fruttuosa collaborazione artistica con Yannick Nézet-Séguin dal 2010. In qualità di direttore musicale del Metropolitan Opera di New York e di direttore principale di importanti ensemble internazionali come la Philadelphia Orchestra, egli è un esempio dei generi che costituiscono il linguaggio musicale dei Wiener Philharmoniker. Scegliendo Yannick Nézet-Séguin cerchiamo di realizzare il nostro obiettivo di lavorare maggiormente con la generazione più giovane di direttori d'orchestra"

 


Emmanuele Macaluso